Per il Bitcoiner della prima ora (ma anche della seconda) è un po’ imbarazzante dover ammettere che il nuovo record...
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Marcello Bussi

Cryptomaniac
di Marcello Bussi

Dai Bitcoin ai loro ETF, tutto quello che c’è da sapere
sul mondo delle criptovalute

Per il Bitcoiner della prima ora (ma anche della seconda) è un po’ imbarazzante dover ammettere che il nuovo record della criptovaluta primigenia, inventata dal misterioso Satoshi Nakamoto, è merito di un colosso di Wall Street. Perché se la scorsa estate Larry Fink, ceo di BlackRock, la piu grande societa di gestione al mondo con asset per diecimila miliardi di dollari, non fosse andato in televisione a dire che il Bitcoin è l’oro digitale, quasi certamente la criptovaluta non avrebbe toccato il nuovo massimo di tutti i tempi prima dell’halving, previsto per metà aprile.

Halving che, in parole molto povere, avviene ogni quattro anni e comporta il dimezzamento del premio dato ai minatori per avere convalidato le transazioni sulla blockchain. 

Senza dover spiegare come funziona la blockchain, si può riassumere il tutto dicendo che viene dimezzata la produzione del bitcoin. Questo comporta un effetto scarsità perché si sa con certezza che la quantità di bitcoin in circolazione non supererà mai i 21 milioni di unità. E più una merce è scarsa, a parità di domanda i suoi prezzi sono inevitabilmente destinati a salire.


L'halving non è una cosa complicata

Con l'halving di metà aprile si concluderà il ciclo quadriennale della valutazione del Bitcoin e comincerà il quinto. In questo momento quindi siamo a un passo dalla fine del quarto ciclo. Che succede adesso?

Come spiega Adrian Fritz, il capo della Ricerca di 21Shares, dopo l’halving in media «nell’arco di 172 giorni il bitcoin arriva a superare il suo valore massimo storico (Ath), mentre occorrono 308 giorni per raggiungere un nuovo livello massimo del ciclo. Insomma il nuovo massimo del quinto ciclo dovrebbe arrivare intorno a metà febbraio 2025». Ma oggi è successa una cosa inedita. 

Poco prima di inviare questa mail, il bitcoin ha superato il record del quarto ciclo di 69.208 dollari toccato il 10 novembre 2021, segnando martedì 5 marzo il nuovo picco a 69.208 dollari. Questo significa che la teoria dei cicli (finora sempre inveratasi nella pratica) è stata smentita quindi non è più valida.

E questo già segnala che la discesa in campo di una parte di Wall Street nell'ecosistema delle cripto ha subito cambiato le carte in tavola.

Cosa succederà ora che l’andamento del ciclo quadriennale ha subito una variazione? Non è che per vedere un nuovo record bisognerà aspettare altri quattro anni? Tutto può succedere, ma sembrerebbe altamente improbabile che BlackRock si accontenti di vedere il Bitcoin a 70.000 dollari per poi buttare via il giocattolo. Fink ha ripetutamente detto di vedere nella tokenizzazione il futuro della finanza, quindi la sua non è per niente una scommessa speculativa di breve periodo ma un salto quantico verso un mondo nuovo.  

Il successo dei dieci Etf sul prezzo spot del Bitcoin approvati dalla Sec è stato decisamente superiore alle aspettative. Lanciati l'11 gennaio sulle borse americane del Nyse, del Nasdaq e del Cboe (il mercato delle opzioni di Chicago), hanno già raccolto quasi 50 miliardi di dollari. L'iShares Bitcoin Trust (l'Etf di BlackRock) ha superato i 10 miliardi di dollari: mai prima d'ora un Etf di qualsiasi tipo aveva raccolto tanto denaro così velocemente. E solo il 4% degli oltre 3.000 Etf quotati nelle borse statunitensi vanta asset superiori ai 10 miliardi.

Non si può lamentare nemmeno un altro colosso di Wall Street, Fidelity, il cui Etf ora conta asset per oltre 6 miliardi di dollari. Cominciano i fenomeni imitativi: sembra che Morgan Stanley stia pensando di aggiungere gli Etf sul Bitcoin alla sua piattaforma, mentre la stessa BlackRock da pochi giorni ne ha quotato uno sulla borsa brasiliana (non ci sono notizie riguardanti l'Europa).

 
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Giorgio Gaber e gli odiatori del Bitcoin

Cosa resta agli odiatori del Bitcoin? Perché questo odio viscerale non appena lo si nomina? Una cosa è certa: per investire in Bitcoin bisogna avere una certa forma mentis, altrimenti è meglio lasciar perdere. Qualcuno ricorda Giorgio Gaber e la sua “Destra-Sinistra”? «Fare il bagno nella vasca è di destra, far la doccia invece è di sinistra», cantava.

Ebbene, estremizzando questo modello si può dire - strizzando l'occhio alla satira - che un Bitcoiner chiede la liberazione di Julian Assange, mentre un odiatore del Bitcoin vorrebbe Mario Draghi governatore del mondo. Il Bitcoiner è tendenzialmente anarchico, l’odiatore del Bitcoin crede che, almeno nel mondo occidentale, chi è al potere faccia il bene dell’umanità. Il Bitcoiner è complottista, l’odiatore del Bitcoin non mette mai in dubbio il Tg1 e chi lo fa è uno spacciatore di fake news. 

Chi è convinto che i Bitcoiner siano dei creduloni (fino al suo ultimo respiro, l'odiatore considererà il Bitcoin uno schema Ponzi) è bene sappia una cosa. Altro che atto di fede, è esattamente l’opposto: il Bitcoin nasce per eliminare proprio il «fattore fiducia» dal mondo della moneta. Perché una transazione in Bitcoin funzioni non devi avere fiducia nella controparte o in chi garantisce che l'operazione è andata a buon fine e la certifica (la banca, il notaio, lo Stato, insomma la parte terza). A questo provvede la blockchain, nata con il Bitcoin e a esso indissolubilmente legata.

Come scrive Saifedean Ammous nel suo saggio seminale "The Bitcoin Standard" (notare il sottotitolo: L'alternativa decentralizzata alle banche centrali), il Bitcoin offre un network di pagamenti che dispone di una sua moneta nativa e utilizza un metodo sofisticato che consente ai suoi membri di verificare tutte le transazioni senza dovere avere fiducia in ogni singolo membro del network.

La moneta viene emessa a un tasso predeterminato per remunerare i membri del network che spendono l'energia elettrica necessaria per compiere il processo di verifica delle transazioni, ricevendo così un premio per il loro lavoro. Il software elaborato da Satoshi Nakamoto funziona in modo che nel tempo potranno essere emessi 21 milioni di Bitcoin, non uno di più, non uno di meno. Poiché questo meccanismo è immodificabile, ne consegue che il Bitcoin è una moneta non inflazionabile e che non dipende da un governo, da una banca centrale o da qualsiasi altra autorità.

 

Inflazione e pagamenti

L'inflazione è il nemico numero uno del risparmiatore e in quest'ottica il Bitcoin potrebbe anche suscitare l'interesse dell'investitore tradizionale (qui si intende il cinquantenne con un lavoro decentemente retribuito e un po' di soldi da parte che usa per comprare il Btp Valore). Il salto quantico dipende dal fatto che tanta gente proprio non riesce a mettersi in testa che possa esistere una moneta che non dipenda da un'autorità. E in effetti se io vado dal barista e gli do un euro e venti centesimi sono sicuro che il caffè me lo prepara. Se invece provassi a pagarlo in Bitcoin, probabilmente si metterebbe a ridere. Perché il barista accetta l'euro ma non il Bitcoin? Forse perché la moneta da un euro si può toccare e il Bitcoin no? Ma ormai pagano quasi tutti con i vari bancomat e PayPal, insomma con impulsi elettronici...come il Bitcoin. E allora qual è la differenza? Semplice: l'euro è quella che i Bitcoiner chiamano valuta fiat, ovvero la moneta a corso legale di uno Stato. Questo significa che se io voglio pagare in euro, il barista è obbligato ad accettarli perché così ha stabilito lo Stato. Se invece voglio pagare in Bitcoin, la mia controparte è libera di scegliere se accettarli o no. Ma allora il discorso è chiuso: perché dovrei investire in una moneta che può essere rifiutata come mezzo di pagamento e viene usata solo da quattro gatti esaltati e dai malavitosi?

In realtà le cose non stanno proprio in questo modo. Tralasciando il caso, per ora unico al mondo, di El Salvador, il piccolo Stato centroamericano dalla storia travagliatissima, che ha adottato il Bitcoin come moneta a corso legale (affiancandolo al dollaro USA), ormai ci sono aziende che accettano i pagamenti in criptovaluta (per esempio la Ferrari negli Stati Uniti, qualche catena di abbigliamento anche qui in Italia). Ma soprattutto in certi posti si possono addirittura pagare le tasse comunali in Bitcoin, come a Lugano e a Miami (qui in italia da nessuna parte, comunque).

Non è finita qui: ormai gli Stati sequestrano i Bitcoin frutto di attività illecite. Al punto che le autorità degli Stati Uniti sono fra i maggiori detentori di criptovalute al mondo. E che cosa se ne fanno? Le mettono all'asta e non tutte in una volta, altrimenti farebbero crollare le quotazioni. In cambio incassano dollari, insomma ci guadagnano.

Per tornare al trito e ritrito slogan «Il Bitcoin è la moneta della mala», sembrerebbe che le autorità americane non la pensino così, altrimenti gli farebbero fare la fine delle partite di droga sequestrate: li distruggerebbero. E invece li rimettono in circolazione (guadagnandoci sopra, è bene ripeterlo). Certo, l'adozione del Bitcoin come forma di pagamento è ancora ai primi passi, però si stima che nel mondo almeno 100 milioni di persone detengano criptovalute e si può supporre che la stragrande maggioranza di loro sia disponibile ad accettarlo come mezzo di pagamento. C'è già quindi una bella base da cui partire. E poi chi sostiene che il Bitcoin è il nulla (i nostalgici delle cose che si possono toccare con mano) sembra ignorare il fatto che la convertibilità del dollaro con l'oro è finita nel 1971 (quella dell'euro con l'oro non è mai esistita). E qui si aprirebbe il discorso sul Bitcoin oro digitale, ma siamo solo alla prima newsletter, approfondiremo un’altra volta. 

 

Gira voce che...

Se ne parla da qualche tempo, ma a dare la stura alle ipotesi è stato Edward Snowden che su X ha scritto: «Quest’anno si scoprirà che uno Stato ha acquistato Bitcoin senza rivelarlo pubblicamente». Una cosa è certa: secondo i dati di Bitinfocharts, una misteriosa balena (così in gergo vengono chiamati i grossi possessori della criptovaluta) sta accumulando Bitcoin a più non posso, comprandone 100 alla volta. Il suo portafoglio ormai contiene oltre 54.164 Bitcoin, per un valore di circa 3,2 miliardi di dollari. Chi potrebbe essere?

Avendo una tale disponibilità di spesa, si è subito pensato a un fondo sovrano. Qualcuno ha notato che l’Emiro del Qatar ha visitato a settembre El Salvador, mentre pochi giorni fa un jet privato del Qatar è atterrato a Madeira, isola portoghese al largo dell’Atlantico dove è in corso una conferenza sul Bitcoin. Il giorno successivo il Bitcoin è salito a 65.000 dollari. Chissà se c'è un legame diretto tra questi fatti...


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