Ciao a tutti e a tutte,
per iniziare questa newsletter su primi investimenti vorrei parlare di me e del mio rapporto col denaro, raccontandovi un episodio che mi ha riguardato molto da vicino.
Mi chiamo Marco e dopo cinque anni di università, svariati anni di master, stage e tirocini, finalmente mi arriva la prima offerta di lavoro. Era 2019 quando sono stato assunto a Milano Finanza, il giornale per il quale scrivo (e parlo nei podcast).
Più o meno io e miei amici abbiamo fatto tutti un percorso simile. Ci siamo ritrovati tutti quanti a Milano nello stesso periodo. E più o meno abbiamo trovato tutti lavoro a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro.
Mi ricordo che in quel periodo invece di parlare della serie A e del Fantacalcio parlavamo solo di Ral e di buste paga. All’inizio dicevamo il valore in “mila euro”, poi ci siamo tutti milanesizzati e abbiamo cominciato a dire 30K, 40K, 50K eccetera, tipo il milanese imbruttito.
Ricordo benissimo che l’attività principale della giornata era trovare calcolatori, griglie online e Pdf dei vari contratti collettivi per essere sicuri di quanto ci sarebbe entrato in tasca di stipendio netto.
Fino a che un bel giorno questo stipendio è finalmente arrivato. Primo pensiero: delusione totale. Perché una Ral così “alta” si abbassa così tanto quando arriva il bonifico sul conto? Perché ci sono le tasse, le detrazioni, i contributi e via dicendo.
Comunque, bene o male qualche soldo c’era. E a questo punto arrivava la seconda domanda: ma con questi soldi che ci faccio?
Qui cominciava la sagra della creatività. Prima cosa: «Pago l’affitto senza chiedere più soldi ai miei». Seconda cosa: «Non mi sentirò mai più in colpa alla seconda birra al pub». Poi le birre erano sempre tre e in colpa ti ci sentivi lo stesso.
Ma cosa fare effettivamente di questi soldi dello stipendio rimaneva un grande mistero. Mi ricordo che io ero così ignaro su come usare i miei soldi che avevo iniziato a fare un gioco. Ogni mese vedevo quanto, risparmiando, il mio conto corrente diventava più ricco. Se ci fosse un dio della finanza, mi avrebbe riempito di mazzate!
La verità è che il denaro tenuto nel conto corrente senza uno scopo è la preda perfetta dell’inflazione: 1.000 euro lasciati sul conto col passare del tempo varranno sempre meno, banalmente, perché per effetto dell’inflazione vivere costerà di più e con quei 1.000 euro potremo comprare meno beni e servizi.
Allora, che dovevo farci con questo primo stipendio? Per iniziare c’è un metodo molto semplice e che gran parte degli esperti considerano come uno dei migliori per gestire i primi soldi. Convenzionalmente si chiama metodo 50-30-20, che altro non è se non una pianificazione per obiettivi.
La regola del 50-30-20, che è stata coniata dalla senatrice americana Elizabeth Warren e da sua figlia Amelia Warren Tyagi, è riconosciuta come un metodo valido per iniziare, banalmente perché per usarla non bisogna fare i calcoli partendo dalla Ral. La regola si applica allo stipendio netto, quello che ci arriva nel conto corrente. In linea di principio, il 50% dello stipendio si usa per i bisogni essenziali, di cui non si può fare a meno. Il 30% per i piaceri e per togliersi qualche sfizio. Il 20% per risparmiare e investire.
Esempio pratico con un primo stipendio di 1.500 euro netti.
· 750 euro vanno per affitto, mangiare, bollette, bollo della macchina e così via
· 450 euro ci compriamo i calcetti, il cinema, le birre, un viaggio eccetera eccetera
· con i restanti 300 euro possiamo fare un primo investimento, magari un piano di accumulo in azioni o un Etf.
Ovviamente queste cifre non sono scolpite nella pietra. Anche perché, se come me vivete a Milano (ahinoi!), con 750 euro ci pagate a malapena l’affitto. Se basta. Il concetto importante non è tanto quello di fare le divisioni sulla griglia e di inserire forsennatamente le cifre sui fogli Excel. Che poi, parliamoci chiaro, fare questa cosa è una noia micidiale.
Il vero concetto della regola 50-30-20 è quello di pianificare degli obiettivi, e destinare a quegli obiettivi la quota di denaro necessaria per raggiungerli. Alcuni sono impellenze necessarie, come l’affitto, altre cose che ci fanno piacere come una vacanza. E poi c’è una parte in cui pensiamo al nostro futuro: e qui entrano in gioco gli investimenti nei mercati finanziari. Ci arriviamo nella prossima puntata.
PS: se volete, mi potete trovare anche nel podcast di Milano Finanza 4 Soldi da Investire